Disfunzione dell’ATM: cos’è e come si affronta?
“Disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare”, o anche “disordine dell’ATM”, è la definizione che viene data ad una serie di disturbi cranio-mandibolari che coinvolgono l’articolazione della mandibola e i muscoli ad essa collegati.
Si stima che questa sindrome colpisca più di una persona su due, ed è comune soprattutto nelle donne, che ne soffrono otto volte più degli uomini. Fortunatamente, in alcuni casi addirittura può essere presente pur senza dare sintomi al paziente; in altri casi invece, la disfunzione dell’ATM si presenta con dei sintomi più importanti, e quindi richiede un trattamento.
Sindrome dell’ATM: i sintomi
La sindrome dell’articolazione temporo-mandibolare si può presentare con sintomi molto vari, alcuni dei quali non immediatamente riconducibili alla zona del cranio e della mandibola.
Ecco un elenco di quelli più comuni:
- dolore o rumore della mandibola (la cosiddetta “mandibola che scatta”)
- limitazioni o deviazioni all’apertura della bocca
- cefalea
- dolore ai muscoli del viso
- dolore ai muscoli del collo (cervicalgia)
- dolore alla schiena (lombalgia)
- dolore tra orecchio e mandibola
- disturbi alle orecchie, come ronzii e fischi (detti “acufeni”), o riduzione dell’udito (ipoacusia)
- vertigini e capogiri
- mal di denti
- formicolio alle braccia e alle mani (parestesia)
Le cause del disordine dell’ATM
Il tipo di disfunzione più frequente è la lussazione della mandibola, che consiste nella perdita del rapporto tra i due capi dell’articolazione; talvolta la lussazione non è completa, e si parla allora di sublussazione dell’ATM. Le cause dei disturbi dell’ATM possono essere di due tipi, ovvero traumatiche e non traumatiche.
Le cause traumatiche
La causa traumatica più diretta è naturalmente un trauma alla mandibola, ma anche traumi alla testa o il classico “colpo di frusta” possono causare una disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare.
Le cause non traumatiche
Le cause non traumatiche possono essere collegate a difetti congeniti, come ad esempio delle malformazioni dei capi articolari o la lassità dei legamenti, oppure a delle patologie.
Tra le cause più frequenti troviamo infatti la malocclusione dentale, argomento che abbiamo trattato in un nostro recente articolo, ma anche il bruxismo, ovvero l’atto involontario di digrignare i denti (soprattutto durante la notte).
Infine, la disfunzione dell’ATM potrebbe essere legata a delle alterazioni della struttura ossea, come avviene ad esempio nei pazienti che soffrono di artrosi.
Sindrome dell’ATM: diagnosi e cura
Come detto, la disfunzione dell’ATM si può presentare con sintomi molto vari: per questo la diagnosi e la cura sono multidisciplinari, cioè coinvolgono diverse figure professionali.
Anzitutto, vi è il dentista gnatologo, ovvero specializzato nello studio del funzionamento dell’apparato orale nel suo complesso e delle disfunzioni che lo riguardano. Oltre allo gnatologo, possono essere coinvolti un chirurgo maxillo-facciale, fisiatra, neurologo, otorinolaringoiatra, fisioterapista e osteopata.
La diagnosi solitamente avviene tramite un esame come:
- Rx temporo-mandibolare, per valutare la struttura ossea
- Tac, per la ricostruzione 3D dell’articolazione
- Risonanza magnetica, per lo studio dei tessuti molli.
Interventi chirurgici
Il percorso di cura della sindrome dell’ATM può comprendere degli interventi chirurgici, che hanno lo scopo di preservare il menisco, la cartilagine e la membrana sinoviale. Si può utilizzare la chirurgia mininvasiva, l’artrocentesi o – nei casi più gravi causati da artrosi – anche a cielo aperto.
Trattamenti non chirurgici
I trattamenti non chirurgici mirano alla riabilitazione dell’articolazione: si possono effettuare terapie manuali, ma anche optare per un bite o apparecchio ortodontico se la sindrome dell’ATM è causata da malocclusione o bruxismo.
Se volete saperne di più su come trattiamo la disfunzione dell’ATM, passate a trovarci in Studio a Flero!
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