14 Febbraio 2020

Parodontite: cos’è e come si cura

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Cos'è la parodontite

Oggi parliamo di un problema che, nonostante sia molto diffuso, viene spesso sottovalutato: si tratta della parodontite, un’infezione batterica che colpisce il “parodonto”, cioè le gengive, l’osso e i legamenti dentali. 
È importante saper riconoscere la parodontite fin dalle primissime fasi, poiché quando è ancora in forma di gengivite può essere curata, mentre negli stadi finali è più difficile da trattare. Infatti, se non viene trattata la parodontite può causare dolore, recessione gengivale (comunemente indicata come “gengive che si ritirano”), fino ad arrivare alla perdita del dente

Parodontite: i sintomi che mettono in allarme

Anzitutto, una premessa doverosa: solo il dentista può diagnosticare con certezza la parodontite, che può essere curata solo in uno studio professionale. Ecco alcuni dei sintomi più comuni che possono essere ricondotti alla parodontite:

  • infiammazione delle gengive: è un sintomo piuttosto generico e che colpisce quasi un adulto su due, ma se diventa cronica o si ripresenta spesso in fasi acute potrebbe essere collegata alla parodontite.
  • sanguinamento delle gengive: di solito compare quando si spazzolano i denti, ma può presentarsi anche in maniera spontanea o mentre si mastica.
  • gengive gonfie: anche la tumefazione delle gengive è uno dei sintomi classici della parodontite.
  • sensibilità delle gengive e dei denti: se il parodonto è infiammato, denti e gengive possono diventare molto sensibili al contatto con lo spazzolino, con cibi duri, oppure con sostanze molto calde o molto fredde.
  • formazione di tasche parodontali: normalmente tra la superficie del dente e il margine della gengiva c’è un piccolo solco, profondo un paio di millimetri, che diventa più profondo quando l’infiammazione aggredisce il tessuto molle.
  • alitosi: è un sintomo che può essere collegato a diverse patologie, come le carie, le stomatiti, oppure - appunto - la parodontite.
  • recessione gengivale: le gengive che si ritirano sono un sintomo molto importante, perché lasciano scoperta la radice del dente causando dolore e instabilità, e rendendolo più soggetto ad infiammazioni.
  • aumento della mobilità dei denti: questo sintomo è dovuto al fatto che, in presenza di parodontite e di recessione gengivale, la stabilità dentale diminuisce notevolmente.
  • perdita del dente: se la parodontite non viene trattata e giunge al suo stadio finale, il dente perde completamente stabilità e quindi si stacca.

Parodontite: le cause più comuni

La principale causa della parodontite è l’igiene orale scarsa o non abbastanza accurata: in questo modo infatti si accumulano residui di cibo, che si trasformano in placca batterica. La placca batterica a sua volta diventa tartaro, che si introduce sotto le gengive e deve essere rimosso dal dentista. 

Contrariamente a quanto si può pensare, la parodontite non affligge soltanto gli adulti, ma può colpire anche bambini e adolescenti, sia nelle forme più lievi che in quelle più gravi. Per questo è importante ricordare che non è mai troppo presto per imparare a prendersi cura della propria igiene orale.

I fattori di rischio

Se la placca batterica rappresenta la causa principali, ci sono molti fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di sviluppare la parodontite. Ad esempio:

  • fumo: i fumatori sono più soggetti alla perdita di tessuto osseo e alla formazione di tasche parodontali; inoltre, l’azione della nicotina sui tessuti può mascherare i sintomi della parodontite e ritardare la diagnosi. Insomma, se mai servissero ulteriori motivi per smettere di fumare, eccone uno!
  • cambiamenti ormonali: soprattutto nelle donne, i cambiamenti ormonali determinano un’alterazione delle gengive e dei batteri della bocca.
  • diabete: i soggetti affetti da diabete sono in generale più propensi a sviluppare infezioni; inoltre, la parodontite può aumentare la resistenza all’insulina.
  • stress: lo stress riduce la capacità del corpo di rispondere adeguatamente alle infezioni, tra le quali anche la parodontite.
  • farmaci: alcuni farmaci, ad esempio gli antidepressivi, riducono la produzione di saliva e quindi possono influenzare la salute della bocca.
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Diagnosticare la parodontite

La diagnosi di parodontite può essere effettuata soltanto da un professionista, e può passare attraverso dei test di laboratorio:

  • test microbiologico per controllare i livelli dei batteri che popolano la bocca del paziente;
  • test enzimatico, un test di ultima generazione che permette di intercettare la parodontite nelle primissime fasi, misurando la concentrazione dell’enzima aMMP-8;
  • test di rischio della malattia parodontale, che analizza le cellule prelevate dalla bocca del paziente per stabilire il livello di rischio a cui è esposto.

Come si cura la parodontite

La cura per la parodontite dipende dallo stadio di avanzamento della malattia: infatti, nelle prime fasi il paziente viene sottoposto a delle sedute di igiene dentale professionale per eseguire scaling e curettaggio (ovvero pulizia radicolare profonda e rimozione del tessuto molle dalle tasche parodontali). Negli stadi più avanzati, invece, possono essere necessari degli interventi chirurgici su osso e gengiva. 

L’importanza di controlli regolari

Anche nel caso della parodontite, la cosa migliore che si possa fare è sottoporsi a controlli regolari dal dentista, che è in grado di individuare subito i sintomi della parodontite e di diagnosticarla in modo tempestivo. Inoltre, è fondamentale prendersi cura della propria igiene orale quotidiana nel modo giusto e affidarsi a professionisti dell’igiene dentale. 

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